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Cannabis light: finalmente libera!

A seguito di una battaglia durata più di due anni, è arrivata finalmente la vittoria per il settore della cannabis light: è stato, infatti, approvato un emendamento alla legge di bilancio, che permetterà la commercializzazione dell’infiorescenza di canapa a basso contenuto di THC e della biomassa.

Nello specifico, si tratta del subemendamento che porta la firma di Loredana De Petris e Paola Nugnes (LeU), Monica Cirinnà e Daniela Sbrollini (PD), Francesco Mollame e Matteo Mantero (M5S), ovvero i senatori che saranno sicuramente ricordati per aver liberato la cannabis light.
Così la cannabis light sarà finalmente libera da qualsiasi minaccia giudiziaria.

Dunque, come si legge nel testo, “a decorrere dal 1º gennaio 2020, la biomassa di canapa (Cannabis sativa L.), composta dall’intera pianta di canapa o di sue parti, è sottoposta ad imposta di fabbricazione applicando al prezzo di vendita le aliquote percentuali in misura pari ad euro 12,00 per mille chilogrammi, per ogni punto percentuale (% p/p) di cannabidiolo (CBD) presente nella biomassa”. Il contenuto di THC dovrà essere sotto lo 0,5%  e il raggio d’azione della legge 242 del 2016, quella che regola la canapa industriale, è allargato “alla coltivazione e alla trasformazione di qualsiasi parte della pianta, compresi i fiori, le foglie, le radici e le resine, nonché alle attività connesse di cui all’articolo 2135, comma 3, del codice civile”. Non solo, perché sono previsti anche i prodotti a base di CBD, indicati come “preparati contenenti cannabidiolo (CBD)”, nel rispetto della legge sugli stupefacenti.

“Ragazzi ce l’abbiamo fatta!”, ha commentato il senatore Matteo Mantero su Facebook, spiegando che l’emendamento: “Riguarda principalmente la biomassa, ma che comunque modifica le legge sulla canapa consentendo di commercializzare i fiori e soprattutto modifica il testo unico per gli stupefacenti stabilendo una volta per tutte che sotto lo 0,5% di THC la canapa non si può considerare sostanza stupefacente”.

Noi di Appennino Farm non possiamo che essere soddisfatti di questa grande conquista, e finalmente speriamo di vero cuore che anche l’alone di una presunta illegalità che, purtroppo, a volte aleggia quando si parla del nostro settore possa definitivamente dissolversi.

 

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