Ormai sappiamo perfettamente che la cannabis non fa male, ma avete mai considerato quale danno economico potrebbe provocare alle grandi industrie chimiche, dell’alcool o del tabacco? Grandi imprese con un sacco di dollari ed influenza politica hanno nascosto la verità al popolo: l’erba è illegale soltanto perché i miliardari vogliono restare tali.
Nel XVI secolo la canapa era così importante in Inghilterra che il re Enrico VIII approvò una legge nel 1553 che sanzionava tutti gli agricoltori che non riservassero almeno un quarto di acro alla coltivazione della canapa, su ogni 60 ettari di terreni coltivabili di loro proprietà. C’è stato perfino un periodo storico protratto per oltre 200 anni in cui negli Stati Uniti era possibile pagare le proprie tasse in canapa. Nel 1850 erano presenti oltre 8.300 aziende produttrici di canapa negli Stati Uniti.
Ogni 3,6 secondi una persona nel mondo muore di fame. I semi di canapa sono la soluzione più nutriente ed economica per porre fine alla fame nel mondo. Con una concentrazione per l’80% di grassi “buoni”, proteine contenenti tutti ed 8 gli aminoacidi più nutritivi, e fibre alimentari, la canapa è realmente una fonte di cibo perfettamente equilibrata dal punto di vista nutrizionale. I semi di canapa grezzi sarebbero la migliore fonte di cibo del pianeta in quanto contengono proteine, grassi essenziali, vitamine ed enzimi.
Il primo motore diesel fu progettato per essere alimentato con oli vegetali, uno dei quali era olio di canapa. Nel 1930 Henry Ford produsse un’automobile composta per il 70% di plastica di canapa, la quale funzionava con carburante a base di olio di canapa. Le opere di Rembrandt (1606–1669), Van Gogh (1853-1890) e Gainsborough (1727–1788) furono dipinte su tela di canapa, spesso con colori a base di olio di canapa.
Più del 50% di tutti i pesticidi chimici spruzzati nel mondo vengono usati nella coltivazione del cotone. La canapa è otto volte più resistente agli agenti esterni del cotone e può crescere vigorosamente fino a 16 piedi in 100 giorni senza l’uso di pesticidi e diserbanti nocivi. Un acro di canapa può produrre la stessa quantità di fibra grezza di ben 4,1 acri di alberi. Usando la canapa per la produzione di carta si ricaverebbe un prodotto molto più resistente di quello attuale, che non ingiallisce con l’età. Inoltre, l’utilizzo della canapa come fonte primaria per la produzione della carta stroncherebbe la necessità di disboscare le grandi e antiche foreste che contribuiscono al controllo del clima e alla pulizia dell’aria che respiriamo.
Qualche anno dopo l’avvento delle industrie della plastica, il disegno di legge Prohibitive Marihuana Tax Law – che dichiarava illegale la pianta di canapa – fu presentato al Ways and Means Committee, unico comitato legittimato a presentare un disegno di legge alla Camera senza che lo stesso sia preventivamente discusso da altre commissioni: così, dal settembre del 1937 la marijuana fu dichiarata illegale perché ormai scomoda alle grandi aziende, e fu proprio da allora che il nostro pianeta iniziò a soffrire. Il Congresso la proibì sulla base della convinzione che fosse causa della maggior parte degli atti violenti dovuti all’assunzione di droghe.
Lo stereotipo del fumatore di marijuana è simile a quello di un ubriaco rimbecillito: in realtà, il consumo di canapa affina le capacità creative degli individui. Inoltre la percezione del tempo rallenta leggermente e si diventa più percettivi. Si è in grado di apprezzare con maggiore partecipazione tutte le arti, di essere più vicini alla natura e in genere di percepire più cose. Quindi stiamo parlando di uno stato mentale all’opposto rispetto agli effetti dell’alcool.