Il cannabidiolo (CBD) è uno dei 104 composti chimici, noti come cannabinoidi, presenti nella cannabis, una pianta che appartiene al genere della Cannabis Sativa, utilizzata già dal 750 a.C. in Asia centrale. Il CBD si trova all’interno di varie parti della pianta ed è la sostanza meno conosciuta di questa specie. Non bisogna confonderlo con il THC, ovvero il famoso tetraidrocannabinolo delta-9, che risulta essere l’ingrediente attivo della marijuana. Comprendere le differenze tra i due è molto importante. Il THC ha un chiaro e comprovato effetto psicotico, dato che la sua azione altera lo stato mentale di chi lo assume.
L’azione del CBD, invece, è totalmente diversa perché non va a influire sulla psiche della persona ma piuttosto su alcune patologie e disturbi specifici.
L’olio di CBD può essere grezzo oppure raffinato. Nel primo caso il composto viene addizionato con una serie di oli vegetali che assolvono alla funzione di vettori come l’olio di cocco, ad esempio. Il risultato è un olio scuro, denso, caratterizzato da una concentrazione variabile di principio attivo. Gli oli purificati subiscono, invece, un processo molto particolare: dopo l’estrazione, effettuata tramite l’ausilio di alcool o CO2, sono filtrati per rimuovere tutte le sostanze indesiderate presenti al loro interno. Alla vista si presentano con un gradevole colore chiaro e il principio attivo ha la medesima concentrazione.
L’olio di cannabis proviene da tipologie di piante che presentano una ricca concentrazione di THC (superiore al limite dello 0,3%) quindi è caratterizzato da un’elevata presenza di sostanze psicotrope. Tale percentuale è un valore molto importante anche per un altro motivo.
L’olio di cannabis può contenere il CBD al suo interno ma se il THC supera comunque lo 0,3% e l’olio è estratto da una di quelle varietà non classificate a uso terapeutico, la produzione e l’uso di tale olio diventa illegale in molti paesi dell’Unione Europea. L’olio di CBD, invece, deriva da piante di cannabis che vengono coltivate esclusivamente per scopi industriali e subiscono un attento quanto meticoloso processo di selezione. Le quantità di THC sono presenti in percentuali assolutamente trascurabili, quindi non comporta i rischi degli effetti della cannabis; così, il CBD offre numerose garanzie a livello di sicurezza e di effetti indesiderati.
Spesso tendiamo a confondere l’olio di canapa con l’olio CBD mentre, in verità, questi due elementi presentano una composizione molto diversa tra loro. Le piante dalle quali vengono estratti, pur appartenendo alla stessa famiglia, sono sostanzialmente diverse. L’olio di canapa deriva dai semi della cannabis e la sua ricca composizione in acidi grassi ne promuove l’uso in campo culinario e cosmetico ma la sua diffusione in campo medico è ancora molto limitata. Questa sostanza non contiene né THC né CBD.
L’olio di CBD, invece, proviene da fiori, foglie e rami della cannabis e il suo effetto terapeutico è notevole.
L’olio di CBD è un valido antinfiammatorio, al punto da essere usato dagli atleti per ridurre i dolori muscolari dopo una sessione di training particolarmente impegnativa. Importanti e comprovati anche gli effetti analgesici, che si sono rivelati utili nel trattamento di alcune patologie intestinali come il morbo di Crohn o addirittura nella fibromialgia.
L’assunzione di questo olio permette di contrastare i disagi tipici dell’ansia e delle sindromi depressive. Le sostanze contenute in esso, infatti, hanno la facoltà di agire direttamente sul sistema nervoso centrale facilitando il rilassamento senza creare nessun tipo di dipendenza. Gli ultimi studi ne hanno sottolineato anche la possibile applicazione nei disturbi ossessivo – compulsivi.
Valido alleato nella lotta contro i malesseri a carico dell’apparato osteo-articolare, l’olio di CBD pare sia utile anche nel curare l’aggressività e alcuni sintomi legati a malattie degenerative come l’Alzheimer e il morbo di Parkinson. Il cannabidiolo presente nel prodotto aiuta, inoltre, a mantenere bassa la pressione sanguigna e a ridurre il livello di colesterolo. Alcune ricerche ne hanno evidenziato anche l’utilizzo benefico nella lotta ad alcuni batteri farmaco-resistenti.
Questo olio viene utilizzato con successo anche nell’industria cosmetica perché presenta notevoli proprietà antiossidanti, idratanti e riequilibranti del sebo. Infine, secondo l’AIRC, l’olio di CBD mostrerebbe la capacità di aumentare la fame “chimica” nei pazienti in chemioterapia. Questo appetito stimolato rivestirebbe un ruolo fondamentale per aiutarli a mantenere alte le scorte di energia.