La scorsa settimana il parlamento della Repubblica di San Marino ha approvato una richiesta, presentata da un gruppo di cittadini, affinché venga regolamentata la cannabis a scopo ricreativo, sul modello dei coffee shop di Amsterdam.
Si tratterebbe di una vera e propria rivoluzione, specialmente alla luce del fatto che, ad oggi, la Repubblica di San Marino è uno degli stati con le politiche in materia di cannabis più proibizionistiche in Europa: tant’è vero che la seduta parlamentare in cui se n’è discusso è stata particolarmente nervosa.
In realtà il segretario di stato (ossia il ministro) alla Sanità stava lavorando da tempo ad un progetto di riforma per regolamentare la produzione e trasformazione della canapa, ma solo a scopo terapeutico. “Il nostro mandato era quello – conferma Franco Santi, ora in carica in ordinaria amministrazione fino all’insediamento di un nuovo governo – si pensava di lavorare sulla pianta con basso contenuto di Thc e di modificare anche il codice penale, permettendo al di sotto di una certa concentrazione di coltivarla con limiti ben fissati”. Insomma, San Marino voleva entrare a far parte della rete dei produttori di cannabis terapeutica, e in questo senso aveva già avviato contatto con il Ministero della Salute.
Prima di fare salti di gioia è consigliabile aspettare qualche mese, perché la nuova regolamentazione è ancora lontana dall’entrare in vigore, e non è detto che vedrà la luce nei termini fin qui descritti: entro sei mesi, infatti, il ministro dovrebbe riferire in Commissione consiliare, e solo in caso di pronunciamento favorevole potrebbe avere inizio l’iter per la legalizzazione. Inoltre la crisi di governo rischia di dilatare i tempi, visto che il ritorno alle urne è stato fissato per l’8 dicembre.
Staremo a vedere e vi terremo sicuramente aggiornati…