La canapa continua a essere sempre più importante anche nel settore food, attirando molto le attenzioni degli amanti dei concept restaurant.
Nel 2010, la giornalista culinaria Kim Severson, in un articolo pubblicato sul New York Times, ha coniato la definizione haute stoner cousine, in riferimento ad una vera e propria cultura culinaria nata attorno alla pianta di canapa e profondamente ispirata da questa.
I due chef italo-americani, Frank Falcinelli e Frank Castronovo, proprietari dei famosi ristoranti Frankies Spuntino, le raccontarono che i loro progetti migliori e le idee che avrebbero riscosso maggior successo, furono concepiti proprio sotto l’effetto di cannabis.
Nella haute stoner cousin la marijuana non è una semplice sostanza con effetti psicoattivi, ma un ingrediente a tutti gli effetti, sia per la preparazione dei piatti che per stimolare la creatività.
Con la progressiva liberalizzazione e legalizzazione in molti paesi occidentali, oggi la canapa smette finalmente di essere additata solo come droga, per dare il via a una riscoperta delle sue incredibili proprietà.
Parallelamente alla crescita della consapevolezza alimentare, l’ascesa delle tendenze healthy e le ricerche sugli effetti benefici della canapa sull’organismo, l’hemp food è un trend che non resta certo confinato in America.
Naturalmente, però, la cultura italiana della canapa è diversa da quella americana, così come lo è la normativa vigente in materia.
Dopo l’approvazione della legge n. 242 del 2016 l’interesse nel versante della ristorazione, per il quale l’Italia vanta da sempre un primato d’eccellenza, continuano ad affiorare proposte originali e innovative, recuperando così un antico know how che meno di un secolo fa vedeva il nostro paese secondo produttore di canapa al mondo dopo la Russia.
Anche se è bene ricordare che a livello di cibo uno chef italiano non ha la stessa possibilità di sperimentare di uno californiano, perché in l’Italia la legge consente l’uso di soli tre ingredienti: farina, semi decorticati e olio. Tutte le altre parti della pianta non possono essere utilizzate.
Una delle realtà emergenti e tra le più interessanti della scena milanese si chiama Canapè: un concept restaurant inaugurato da poco più di un mese in via della Moscova, in cui la protagonista indiscussa è la pianta di canapa sativa.
Il menù è opera dello chef Alberto Dematteis: 15 piatti, tutti con almeno un ingrediente derivato della canapa, che variano stagionalmente. Nulla di congelato o conservato è utilizzato nella preparazione; la filosofia del bistrot prevede pochi ingredienti, sempre freschi e di stagione.
Stessa cosa per quanto riguarda la drink list, con 19 proposte inedite elaborate dal bartender bolognese Andrea Castellari, in cui la canapa è un elemento ricorrente sotto forma di infusi, affumicature o aromi, per offrire ai clienti delle originali varianti di cocktail famosi.